Una coppia fra le più interessanti di X Factor 10, i Daiana Lou, ha abbandonato improvvisamente il programma. Il giorno dopo l’auto-esclusione hanno concesso un’intervista per spiegare il vero motivo della loro scelta.

A mente lucida, non siete pentiti della vostra scelta di abbandonare il programma?
Daiana: «No, perché dobbiamo rispondere soprattutto a noi stessi. Negli ultimi giorni non eravamo felici e la decisione di ieri non è stata certo presa a cuor leggero: non vogliamo più sentirci così tristi, perché la musica per noi è liberazione e, nell’ultimo periodo, non era più così».

Cosa è cambiato negli ultimi giorni per voi?
Luca: «Soprattutto il realizzare di vivere le emozioni in maniera caotica, come dentro una centrifuga: passavamo dalla gioia al dolore senza il tempo di assimiliare nulla. Dall’opening con Robbie Williams della scorsa settimana siamo passati, ieri, al tributo a Cranio Randagio, con gli sponsor che facevano capolino qua e là nel percorso. Ci siamo sentiti i crampi allo stomaco, avevamo bisogno di respirare».
Daiana: «Ieri pomeriggio, durante la prima prova dell’opening dedicato a Cranio Randagio, ho avuto il mio primo attacco di panico in 22 anni. Questo mi ha fatto aprire gli occhi sul tipo di vita che voglio. Quando ho ascoltato quella canzone mi si è spento qualcosa dentro: d’allora fissavo il vuoto e non parlavo più con nessuno».

Avete detto ieri che «la felicità non è il successo». Perché, allora, avete partecipato a un talent dove il successo è la parola chiave?
L: «Il nostro obiettivo era quello di arrivare a più persone possibili e X Factor era la strada più facile per realizzarlo. Ci siamo presentati alle selezioni perché speravamo che qualcuno si appassionasse a noi e ci liberasse dai fronzoli che spesso divorano la musica, come la promozione o la realizzazione dei videoclip».

Se non foste arrivati al ballottaggio, vi sareste ritirati?
D: «Sicuramente l’avremmo fatto durante la settimana, parlando ad Alvaro del nostro dolore. Ieri sera, per la prima volta nella mia carriera, non vedevo l’ora di smettere di cantare e mi sono quasi spaventata nel pensare una cosa del genere. Sembravo una pazza e un’instabile sul palco: non voglio più sentirmi così in vita mia».
L: «Eravamo arrivati a un punto dove non riuscivamo più ad assimilare niente. Robbie Williams, i nostri parenti che sono venuti a trovarci, Cranio Randagio: è stato devestante per noi. Soprattutto dopo l’opening di ieri».

Quindi è un’esperienza che, col senno di poi, non rifareste.
D: «Invece la rifaremmo, perché eravamo davvero convinti del percorso che avremmo fatto. È stata una sfida bellissima e gratificante, senza contare l’immensa fortuna di aver conosciuto Alvaro, che è stato il primo a credere in noi. Se avessimo avuto più forza probabilmente saremmo rimasti, ma le dinamiche televisive sono troppo forti per noi».

Luca, è vero che, come ha detto ieri, non ha mai visto X Factor prima di partecipare?
L: «È verissimo, ma ammetto che il mio fosse per lo più un pregiudizio. Senza contare che non abbiamo neanche la televisione in casa. Una volta entrato, però, ho dovuto ricredermi: la macchina musicale che c’è dietro X Factor è incredibile e ha un immenso valore artistico. Nulla da dire, su questo».

Non temete che, d’ora in poi, vi rimanga attaccata l’etichetta di «quelli che hanno mollato X Factor»?
D: «Ci prenderemo la responsabilità delle nostre azioni, anche se credo che quello che abbiamo fatto ieri rispecchia appieno la nostra musica e quello che siamo. Sono sicura che il giudizio del pubblico non potrà cambiare dopo ieri sera, come se tutto il nostro percorso non contasse. Per noi l’importante è tornare a una vita che ci faccia sorridere, il resto non conta».